Gli interventi di conservazione e restauro hanno costi assai variabili, da poche centinaia fino a migliaia di euro, a seconda delle dimensioni delle opere, dello stato di conservazione e degradi presenti, e delle lavorazioni che si decide di attuare (o meno). Esistono dei prezzerai nazionali, con importi al metro quadro, che utilizziamo per orientarci nella stesura dei preventivi di spesa.
Ogni opera d’arte è testimonianza storico artistica di una precisa epoca e di un territorio, il suo valore economico non ha nulla a che vedere con il valore storico artistico o quello affettivo. Ogni manufatto artistico merita di essere tutelato, conservato e valorizzato, alla stregua dei grandi capolavori.
Il restauro non è un miracolo, ma nulla è impossibile. Spesso opere in pessimo stato conservativo, dopo un accurato restauro, recuperano anche fino al 90% della loro originaria leggibilità, e se non è possibile recuperare tutto, comunque si registrerà un netto miglioramento.
L’utilizzo di sostanze naturali come la cipolla, le patate e altro, nella pulizia delle opere d’arte, è documentato fin dall’antichità. Il restauro moderno sconsiglia altamente questi rimedi, poiché caratterizzati da ph troppo acidi o basici, quindi molto aggressivi nei confronti delle policromie. Un restauratore professionista utilizza prodotti destinati ad uso professionale, per lo più a ph neutro o tutt’al più debolmente acido o basico, sempre controllandone i valori di ph.
Le indagini diagnostiche, prima di eseguire un intervento di restauro, sono molto importanti per la conoscenza profonda dell’opera e per reperire quante più informazioni sulla struttura, materiali utilizzati e interventi posticci. Esse sono alla base di un restauro di qualità e guidano il restauratore verso le scelte tecniche e critiche da attuare. Spesso si rivelano preziose o addirittura determinanti per le datazioni e attribuzioni, o nella valutazione dell’autenticità di un’opera.
Sono celebri nell’ambiente artistico per alzare di molto un preventivo di restauro, così che, nella maggior parte dei casi, si rinuncia ad eseguirle per carenza di fondi. Esistono però delle realtà che per ragioni organizzative hanno possibilità di rendere questi esami decisamente più accessibili economicamente. Contattateci!
Il restauro di opere d’arte non è un hobby della domenica o una forma di bricolage, ma una professione a tutti gli effetti, che necessita di conoscenze teoriche, umanistiche e scientifiche, nonché di esperienza pratica e molte ore di lavoro dietro, come qualsiasi altro mestiere. Mettere mano al patrimonio artistico non è cosa da lasciare alle improvvisazioni o all’inesperienza, pena il causare danni peggiori alle opere d’arte.
Il restauro non è un hobby della domenica o una forma di bricolage, ma una professione a tutti gli effetti; pertanto, non organizzo corsi poichè non è possibile insegnare un mestiere così ampio e complesso in pochi mesi.
Diffidate da chi vende l’illusione di poter insegnare il restauro con corsi estivi, semestrali o trimestrali, o peggio, settimanali…è impossibile imparare una professione con poche ore!
L’insegnamento minimo per questo mestiere è di almeno alcuni anni, con lezioni quotidiane e circa 1000 ore annuali.
Tutte le opere d’arte e il patrimonio etnoantropologico conservato all’interno degli edifici ecclesiastici, nonché gli edifici stessi (salvo alcune eccezioni), non sono di proprietà dei singoli parroci, ma delle rispettive Diocesi. Tali beni, di proprietà privata, ma di interesse storico artistico per il pubblico, sono quasi sempre sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza regionale, organo di tutela di detti beni.
Il vincolo implica che qualsiasi attività da eseguire sui beni (restauri, ristrutturazioni, spostamenti, ammodernamenti, ecc…) deve necessariamente essere autorizzata dall’Ente (previa presentazione di progetto o ufficiale comunicazione, a seconda dei casi), che provvederà al rilascio del Nulla Osta, alla Direzione dei lavori seguendone tutte le fasi operative, e al finale rilascio del Certificato di buona esecuzione lavori. La mancata osservazione di questa regola pone sia il committente, sia il restauratore a rischio di sanzioni.
Il restauratore ha precise competenze che spesso non prendono in esame il valore delle opere d’arte: seppure possiamo orientarci nel mercato, è meglio rivolgere questa domanda ad un antiquario o gallerista, che seguono costantemente l’andamento del mercato in questo settore, attraverso le aste, le fiere e le vendite in generale.
Il restauratore ha precise competenze di ordine artistico con taglio più scientifico e artigianale, che vanno al di là di una profonda conoscenza storico artistica e un’esperienza di attribuzioni. Seppure possiamo orientarci e ipotizzare, è meglio rivolgere questa domanda ad uno storico dell’arte, che conosce più di noi tecnici il panorama delle attribuzioni e datazioni delle opere d’arte e si occupa di questi studi a livello professionale.